Sempre l’insonne cerca
riparo che non trova
Ha palpebre recise
e troni di pensieri
L’ho incontrato ieri l’altro
Per strada come me
Cercava mozziconi di riposo
Sempre l’insonne cerca
riparo che non trova
Ha palpebre recise
e troni di pensieri
L’ho incontrato ieri l’altro
Per strada come me
Cercava mozziconi di riposo
Gemma bianca
è il tuo vigore
quando t’ergi
tra le erbe odorose.
Ti levasti Margherita
per occhiare una gazza
se ne stava al limitare
dove il bosco ingoia i prati.
Vana dolce tenerezza
non si trova che nel canto
l’intonasti sottovoce
per non destar il figlio nostro.
L’iroso tuo vicino
maledice i nostri amori
batte al muro come il chiurlo
quando spacca la nocciola.
Abbian riso dei suoi furori
coricati tra lasche vesti,
fuori il vento strazia gli olmi
spezza i merli delle mura.
Il tuo spinger senza requie
il tuo volgere alla carne
mi lascia come gli olmi come i merli,
troverò i miei resti sparsi
sui tuoi pallidi guanciali.
Un certo fervor
di madreperla
Margherita
rischiara gli occhi tuoi,
giacinti spumosi
ho preso per noi
mirano il canaletto
in vasi di terra bruna.
Saran così lievi
le nostre sepolture?
Margherita vita mia,
non son forse le montagne
le preghiere della terra?
Deste si alzano come invocazioni
S’inebriano di nevi
Calano i loro lamenti nelle valli.
Seguimi dunque per gli angusti sentieri
dove il sorbo cresce fastoso,
troveremo sulle cime la vertigine
di chi cerca Dio negli spazi aperti
nel nulla che più su esulta.