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200

Oggi mi sento Margherita

irrorare le ciglia

di segrete pigrizie.

Morente il meriggio

d’un rosso opaco

spiana le flebili membra.

Vieni ad abitare

dove s’apre la laguna

dove i canali si fan più stretti.

Scendi con me i gradini

confondimi col volgo

ti ritroverò Margherita

tra le pieghe delle calli

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199

Ho saputo dal rigattiere all’angolo

che hai impegnato i bracciali di corallo

non c’è legna per la stufa

non c’è pane non c’è vita Margherita.

Il fittavolo vuole il dovuto

il macellaio non fa più credito

I miei versi non sfamano che queste pagine stanche

Il tuo lavoro in stireria ti porta via

da me nei giorni di festa

nelle notti folte di sogni.

Non sia malanimo a muoverci

non ruberò ancora le elemosine

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198

Oggi ti chiamerò a voce bassa

per non destare i sogni tuoi,

starò a guardare la litania

d’un dormire disturbato dai rumori della piazza.

Teheran giace riottosa ai piedi

degli Elburz e percote i Qajar.

Si chiede che donna non sia più d’offesa

Quando ti desterai Margherita

porteremo le nostre mani

ad unirsi ad altre mani

per la lotta che non cede passo

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128

Verace cardellino

Chiaro è il tuo trillo

Rosso mascherato

Voli su alberi gemmati

Dai primi canti

D’un marzo alle porte

Gaio è il tuo richiamo

Portar gioia t’è sorte