195

Cerulei astri fiochi

vampe e languori

inabissarsi di già derelitti

Ti ho portata alle sponde di Venezia

Non sei felice Margherita?

Dormiremo nella calle

dove nuda ti vidi e ti persi

T’ho ritrovata in anni trascorsi

convalescente, vicino, assente

per stringermi al tuo pulpito

194

Margherita, senza pegno

è dunque l’amor nostro

senza lacci e senza pause,

sineddoche impazzita

tracimante dai bordi d’un sussulto

-mai paga, mai vista-

I lacchè si danno il turno

alle tue soglie, labbra inquiete,

tu non donasti che a me

il colorito d’un amore virginale

seme di pane nel piatto

193

Saprei di noi quel che non so di me

Perché te vedo e me in te

pallida pianura scostante,

non ho merletti da presagire

né l’arcolaio fa da sé la ruota.

Mani Margherita,

le tue sfogliano pagine bianche

a ripercorrere filari di cieli uguali.

Porto con me una cesta per i funghi

ne coglieremo nella stagione propizia

192

Margherita Margherita

respirerò ancora il fulgore

dei tuoi orli imbellettati?

Verrai nel patio silente

a discorrere di noi?

Mi par sempre di cercare una ragione

per raggiunger le tue ali vitree

Mi par ieri che conchiglie

addoloravano i tuoi passi scalzi

191

La vecchiezza non s’addice

A questo gramo cuore spento.

Varcherò le porte eterne

-vessillo senza vento-

Nell’ultimo giorno

D’un’estate segregata.

Mi s’addice più la pioggia

Oggi che tutto è dolente

-Il sole sa di sale sulle aperte ferite-.

Non t’ho avuta ieri Margherita,

Ti consumavi ai miei occhi

Come lume nel camposanto

Ardore m’hai domandato,

ho risposto a capo chino.